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REQUIEM IN MEMORIA DI PIER PAOLO PASOLINI

di Roberto De Simone

 

Responsabile musicaleMARIANO BAUDUIN

Direttore JONATHAN WEBB

 

Con

Maddalena Crippa - Giovanni Mauriello - Antonella Morea - Patrizia Spinosi - Enrico Vicinanza - Giulio Liguori

 

Gruppo Vocale "Gli Alberi di Canto Teatro"

 

Teatro San Carlo di Napoli - Gli Alberidi Canto Teatro

 

Quando ascoltai la prima volta il “Requiem in memoria di Pier Paolo Pasolini” di Roberto De Simone avevo poco più che 8 anni, eppure ne ricordo tutte le sonorità così come ricordo la voce di mia madre, l’odore di mio padre e il sorriso di mia sorella, quei ricordi che partono non dalla nostra memoria ma che appartengono al nostro DNA e esistono con noi e in noi dal primo giorno di vita, quindi il “Requiem” di De Simone ha per me una doppia valenza: Nascita e Morte. Ovvero il Requiem per la morte dell’ideologia o dell’idea se si vuole, oltre che per la Morte di uno dei più emblematici personaggi della cultura italiana, Pasolini appunto. L' impianto previsto è monumentale: orchestra sinfonica, coro di impostazione accademica, coro di voci bianche, un ulteriore gruppo di vocalisti "d' impostazione naturale", e, dulcis in fondo, un gruppo rock capitanato da James Senese. La scrittura di De Simone gioca sulla visione classica, parte dalla sillabazione del canone latino, e perfino i pochi frammenti poetici di Pasolini sono stati inseriti in versione inglese, quasi per mantenere un' aura medioevale, ascetica, mai profana fino in fondo, come se la lingua italiana potesse stonare in un clima liturgico improntato alla trascendenza, all' elevazione spirituale. Il requiem segue passo passo la struttura classica, dal "Requiem aeternam" alla "Lux aeterna", passando per il "Kyrie", il "Dies Irae" e il "Rex tremendae maiestatis". Più che una contaminazione di linguaggi, come potrebbe far pensare l' accostamento tra elementi accademici e popolari, l' opera si svolge attraverso insolite espansioni della polifonia classica. Talvolta sembra che l' incastro delle linee melodiche sia condotto per "zone" ovvero con rimandi e inchiostri timbrici tra le diverse aree in cui è diviso l' enorme gruppo di solisti coinvolti. Talvolta su una base rigorosamente classica, il timbro di una voce non accademica porta altrove, ad accostamenti più moderni e popolari, mostra inquietudini contemporanee, e soprattutto un' aderenza con la figura contraddittoria di Pasolini. Ma tutto avviene senza strappi, con dissonanze lievi, e soluzioni originali che sembrano scaturire naturalmente come se si trattasse di una partitura classica che avesse il dono di essere viva e quindi interattiva con l' evolversi del linguaggio musicale. Perfino James Senese, sia alla voce che al sassofono, viene in qualche modo angelicato e assimilato con grande intensità emotiva alla struttura generale. L' osmosi tra visione classica e popolare è più che mai felice, e si inserisce perfettamente in quella che da anni costituisce l' originalità della ricerca di De Simone, l'unico compositore italiano in grado oggi di padroneggiare e fondere i due diversi mondi. Fu per questi e moltissimi altri - più intimi e personali - motivi che decisi con la mia compagnia di produrre in accordo con il Teatro San Carlo di Napoli questa nuova edizione della Messa da Requiem in onore del poeta di Casarsa.

 

Mariano Bauduin

 

 

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