
Gli Alberi di Canto Teatro
di Mariano Bauduin


PASSIONI IN...CANTATE
di Mariano Bauduin
Regia MARIANO BAUDUIN
Costumi ZAIRA DE VINCENTIIS
Arrangiamenti MICHELE BONE'
Con
Patrizia Spinosi e Maurizio Murano
Produzione Gli Alberi di Canto Teatro
Premesso che il cantare fa parte di una delle forme più antiche di rapporto con il divino, con il mondo dell’eterno e del rapporto degli esseri umani tra di loro, e, premesso che nell’atto di cantare ogni individuo mette in relazione un sé interiore con un sé esteriore, in questo spettacolo ho voluto incantare i suoni più autentici del nostro immenso patrimonio musicale.
Sono partito da una cantata di Alessandro Scarlatti, passando per Cimarosa, per Mario Costa, E. A. Mario, Lama, De Giovanni, per tornare a Logroscino, Paisiello, i canti salentini, Luigi Ricci ecc. non c’è un percorso con dinamiche temporali, non è un viaggio all’interno della muscia napoletana, assolutamente no, è una specie di “incantamento” o un “incatenamento” dei sentimenti amorosi legati a suoni antichi e moderni, in un corto circuito della memoria, dove quello che sembra moderno si traveste di antichità e viceversa… i suoni vivono un rapporto tutto loro con il tempo e quindi affrancandoli da determinate collocazioni storiche acquistano un nuovo senso del tutto teatrale.
L’azione è puramente settecentesca, il mondo a cui ci riferiamo è della più pura formalità, eppure i suoni ne determinano un nuovo e autentico gioco di specchi e di rimandi. Quello che si racconta è la Passione e il sentimento amoroso nelle sue pieghe e nelle sue autentiche sonorità.
Non ho voluto preoccuparmi di nessuna filologia, né filosofia dell’amore, ma di una filologia dell’anima, o una filosofia del cuore, inseguendo stati d’animo e ingnoti moti come li avrebbe definiti Jung nei suoi studi sulla Libido, basati su concetti di inconscio collettivo, interpretazione del simbolo ed energia psichica e non più sui concetti di pulsione sessuale e di morte, Io, Es e Super-io della scuola freudiana.
Jung, mettendo in luce la presenza degli archetipi nell'inconscio dell'uomo, propose la libido come "energia psichica", perdendo dunque il significato originario di pulsione sessuale e acquistando il significato di "trasformazione spirituale".
Mariano Bauduin
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