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LA FUNZIONE DEL CENTENARIO

di Roberto De Simone

 

Direttore FULVIO CREUX

 

Con

Giovanni Mauriello - Paolo Romano - Alessandro Caricchia 

Marco Caricchia - Mariano Bauduin

 

Banda dell'Esercito italiano

Gruppo Vocale "Gli Alberi di Canto Teatro"

 

Teatro San Carlo di Napoli - Gli Alberidi Canto Teatro - Piedigrotta 2012

Funzione è simbolico termine campano col quale i devoti di S. Maria dell’Arco designato un elaborato rito penitenziale su ritmi oscillanti tra la marcia, il bolero e la tarantella. In tale fissità temporale, si assorbono voracemente materiali e frammenti musicali di ascendenza militaresca, i quali sono trasfigurati in oggetti memorabili svuotati della loro storicità, in frammenti, schegge di un’esplosione fissata per sempre in un momento traumatico, in un lacerto mnemonico, in cui emergono i lutti incancellabili della comunità rivissuti nell’emergenza emotiva della liturgia presente. E l’espressività risultante, in pulsante rappresentatività è rivolta alla divinità, alla Madonna, quasi a impetrarne una rassicurante partecipazione e una soluzione catartica. A dirla con Schneider, su tale potenza di formulazione, che grazie al suono sa darsi una forma percettibile pronunciando se stessa, la composizione in predicato, che assume la medesima denominazione simbolica nonché un ossessivo ritmo di base, accumula un liturgico susseguirsi di inni, di marce, di canti di trincea, di parodie di tradizione orale, ripercorrendo storicamente un ciclo secolare, a partire dalla guerra 1915-’18, e scorrendo i nefasti nazionalismi che condussero alla catastrofe della seconda guerra mondiale, e poi le nuove spinte politiche, l’americanismo capitalistico, il comunismo totalitario di regime, fino alla caduta del muro di Berlino, col quale si sono sgretolate tutte le ideologie. Le nuove guerre, meno ipocritamente, mostrano il cinico volto imperialistico della conquista dei mercati, giustificata eufemisticamente in nome della democrazia risciacquata negli inquinanti detersivi del consumo telecratico di massa.

Quindi, alle orecchie di un odierno ascoltatore, La funzione dei cent’anni con lo scorrimento algido di fotogrammi sonori sovrapposti cubisticamente a moduli stilistici di definizione storica, accoglie la stupefatta consapevolezza di enfasi retoriche, di magniloquenze contraddittorie, di menzogne e conflitti stemperati nell’emotività bandistica di una barbara e ideale liturgia officiata in onore della Vergine Maria. E par quasi di assistere a una marcia di fantasmi, a una danza macabra, a una parata di reclute, di sergenti, di capitani, falciati nel fior dell’età, i quali pur rivendicano una melanconica identità storica, un essere morti nella logica emotiva del loro tempo, nell’uniforme militare imposta alla loro gioventù perduta. In conclusione, la composizione musicale prende l’aspetto di un drammatico ex-voto, di una sacra rappresentazione in cui, a mo’ di polittico, ricorre metastoricamente l’inaudita Storia degli ultimi cento anni.

 

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