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I MILLE PAGLIACCI DI EDUARDO, 

ovvero Eduardo Superstar

di Mariano Bauduin

 

Regia, drammaturgia e spazio scenico 

MARIANO BAUDUIN

Costumi GIUSY GIUSTINO

Direttore STEFANIA RINALDI - CARLO MORELLI

 

Con

Antonella Morea - Mario Brancaccio - Patrizia Spinosi - Anna Spagnuolo - 

Maurizio Murano - Armando Aragione

e con 

"La Corale per San Giovanni"

 

Teatro San Carlo di Napoli - Gli Alberi di Canto Teatro

 

Le voci di Eduardo sono mille e una perché sono diventate le fiabe di tutti noi: il capitone a Natale, il Presepio, le mille lire con i loro numeri segreti, i tricchi-tracche, le nottate che non passano, i fantasmi che ritornano, ecc.

La drammaturgia post-eduardiana ne ha ereditato gli impianti narrativi, ma non ha considerato gli schemi linguistici; le avanguardie, che rigettavano quel mondo borghese e "familistico", si sono ritrovate tutte sedute allo stesso tavolo con tanta Miseria e nessuna Nobiltà; e, quindi, a trent'anni dalla morte, Eduardo è ancora disteso sul letto del basso di donna Amalia, aspettando che il Brigadiere gli dia la battuta per potersi destare: “… ė sacrilegio toccare un morto vero, ma ė più sacrilegio toccare un morto finto comm' a...”.

Benauguralmente, i morti-vivi che noi conosciamo ce li ha indicati il medesimo Eduardo - quello col cognome - e, alcuni medium del teatro hanno saputo ascoltarli, e giocare i numeri suggeritigli sulla ruota di Napoli: 1 Eduardo, 3 i figli-fratelli-attori, 84 gli anni del morto che parla.

Il progetto teatrale ha costruito, attingendo ad un Eduardo estremamente convenzionale,  da Filomena Marturano a Napoli milionaria,  Natale in casa Cupiello, Le Voci di dentro, un corto circuito dove "quei" fantasmi si incontrano con altri fantasmi, meno interiori ma non meno morti, vale a dire quelli di Raffaele Viviani,  di Petito e della farsa, della canzone nostalgica di Cioffi e De Curtis.

Tutti inseguono i tre figli, che sono poi lo stesso figlio di NN che muore ogni giorno, ancora oggi,  quando deve mostrare la propria carta d'identità.

E, questo figlio di Filumena De Filippo ė quello che oggi ascolta i Queen,  Madonna, Clementino, ecc. Ma, muore nello stesso modo in cui moriva trenta o cinquanta o cento anni fa, in guerra e in pace, a casa o in trincea.

Caro Direttore, noi attori da carrozzone abbiamo preferito cantarvi e recitarvi un "Requie e Pace" a modo nostro, forse consapevoli che un po' vi darà fastidio,  un po' vi farà ridere di sarcasmo, e un po' vi mostrerà come noi vi vogliamo ascoltare, con i suoni che conosciamo a memoria del Vangelo secondo De Filippo, e, come tutte le messe cantate dal popolo, perdonateci se il “Dies irae, dies illa” diventerà “diesserire, diessetilla” e, quindi, se qualche battuta o qualche lazzo ce lo concediamo, ė solo perché anche per noi:" Vicienzo c'è pate a nuie!".

 

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